NONNO GIN

Fatto di poesie e profumo di erbe

15.00

Nonno Gin lo dovete immaginare così: capelli grigi lucidi di brillantina, occhi scuri, una camicia colorata, mani incrociate dietro la schiena e passo attento mentre accompagna i nipoti tra le piante del suo giardino di Acqui Terme, curato e perfetto come quelli raccontati nei libri. Il rito è sempre lo stesso: raccogliere da terra le foglie e i fiori caduti (perché guai a spezzare i rami), portarli a casa e attaccarli sul quaderno di Isabella, la sua nipotina, ormai più preciso di un manuale di botanica. Per ogni foglia e ogni fiore, nonno Gin dice il nome e Isabella lo scrive. Sul proprio quaderno, invece, nonno Gin scrive poesie: “È davvero un gran bel sogno sentir te chiamarmi gnogno. Poi, col tuo visetto tondo, mi coinvolgi nel tuo mondo. Non è proprio conversare ma a noi due ci può bastare”. Tutto dedicato ai nipoti, passeggiate e poesie.

È dal ricordo di quei momenti condivisi che nasce il primo gin dei cugini Beccaro, con lo stesso profumo di erbe e spezie che si sentiva nel giardino di nonno Gin in primavera.